Carissime, carissimi,
quello appena trascorso è stato certamente per tutti un anno particolarmente intenso e complesso, stravolto da una pandemia mondiale che ha trasformato le nostre vite, che ci ha costretti a rivedere le nostre priorità e ci ha privato, in alcuni casi, degli affetti più cari.
Le prossime festività natalizie ci consentiranno un momento di autentico raccoglimento per fare memoria di questi giorni, per ripercorrerli, per rammentarci di come abbiamo reagito, di come abbiamo provato a farci forza per guardare oltre questo periodo buio,
per ricordare chi non c’è più.
Saranno Feste necessariamente diverse, all’insegna della sobrietà, ma ogni sacrificio che faremo, ci aiuterà ad uscire da questa emergenza.
Il mio desiderio è di raggiungervi tutti, con questa lettera, per inviarvi personalmente i miei auguri più sinceri per le Feste, per l’anno venturo e per ringraziarvi dello straordinario lavoro svolto in questo 2020. All’inizio, siamo stati tutti colti da paura e profondo sconcerto, ma un po’ alla volta abbiamo trasformato quelle inquietudini in energia concreta e fattiva per affrontare le sfide che ci si sono poste d’innanzi, cogliendo nella difficoltà un’occasione storica di cambiamento. Insieme, ci siamo mossi in un’unica direzione per rispondere alle urgenti necessità, perché la Scuola non poteva essere lasciata indietro ancora una volta. Ognuno di voi si è attivato per riavviare la didattica, sia pure a distanza, si è reso disponibile ad apprendere per superare le difficoltà poste dalla tecnologia, è stato capace di adottare strategie per mantenere viva l’attenzione dei ragazzi attraverso uno schermo, ha mostrato sensibilità nel ricercare i gesti consueti per riportare un po’ di normalità e colmare i vuoti della distanza. Tutto questo anche quando la connessione era troppo
lenta e le immagini apparivano a scatti.

Avete fatto leva sulla passione e la determinazione che vi accompagnano, ogni giorno, in questo viaggio bellissimo che è l’educazione.
Da parte mia, ho cercato con tutto l’impegno, la serietà e la responsabilità che il mio ruolo richiede, di tenere fede agli obiettivi posti a inizio mandato e, con il manifestarsi e l’acuirsi della pandemia, ho difeso con convinzione ed energia il mondo della scuola e il diritto allo studio. Un diritto imprescindibile che non può essere svilito. I giovani hanno bisogno dei loro spazi per relazionarsi, interagire, crescere, vivere e scegliere il proprio destino e chi vorranno diventare.
La Scuola è la casa del futuro e se chiudiamo le scuole, perdiamo di vista anche il nostro domani. Nell’emergenza, la comunità scolastica non ha rallentato, anzi, con rinnovato slancio ha cercato di colmare vuoti storici. La didattica a distanza ha rischiato, però, di acuire i divari, aumentando il pericolo di isolamento e il fenomeno dell’abbandono scolastico. Con misure e risorse dedicate, abbiamo fornito risposte concrete ad alunni e famiglie più in difficoltà. Sappiamo che non è stato tutto perfetto, non sono mancate e non mancano le difficoltà, dovute anche alle mancanze del passato, ai mancati finanziamenti che avevano costretto la scuola a vestire un ruolo sempre più marginale. Per tutti noi, ridurre disuguaglianze e dispersione, significa onorare la Costituzione. Oggi, tutti insieme, abbiamo un’occasione storica per rilanciare l’istruzione. Una seria programmazione di spesa dei fondi europei previsti nel piano Next Generation EU. Inoltre, con la legge di Bilancio abbiamo previsto oltre 3,7 miliardi per il mondo dell’Istruzione, risorse che dimostrano come la  Scuola sia finalmente tornata ad essere centrale nelle azioni e negli investimenti. Se c’è un’eredità che ci porteremo dietro è proprio questa: l’emergenza ha mostrato al Paese cosa accade quando la Scuola non ha la giusta centralità. Stiamo provando a recuperare un divario ventennale.
Ora, l’impegno comune dovrà essere quello di riportare in classe tutti gli studenti e le studentesse, che hanno bisogno di riappropriarsi dei loro spazi, di riprendere il cammino di crescita. Ammiro molto il coraggio e la fermezza dei giovani che, con le loro proteste gentili, ci
chiedono di tornare a scuola. Dobbiamo essere fieri di loro; dobbiamo restituire loro una scuola migliore e vigilare che avvenga presto.

Aristotele ci insegna che “La speranza è il sogno dell’uomo desto”. Questa è la mia speranza, questo è il mio impegno.
L’augurio che rivolgo a me e a voi è di fare sempre più e meglio.
Buon 2021 a tutte e a tutti.

Lucia Azzolina